mercoledì 20 aprile 2016

Frau Ingebrand

Frau Ingebrand
La mia mamma... sono qui in ospedale con lei, visite di controllo, e di lei racconterò...
Ellen Ingebrand, tedesca, da giovane bella da togliere il fiato ed ora una splendida signora...
Da tantissimi anni vive in Italia ( più di quelli che ha vissuto in Germania) e l'accento è ancora rimasto tipicamente tedesco, quando la tua terra la porti dentro...così come a molti che studiano il tedesco das e der creano confusione, così per la mia mamma capita che non sempre sia chiaro che un aggettivo riferito al genere femminile può anche terminare con la "o"...
Da piccole mia sorella ed io perfidamente le insegnavamo delle parole improbabili o a coniugare al passato dei verbi ( a lei piace il passato remoto perché lo usano tanto i toscani che adora) facendole fare qualche figuraccia, ma era talmente bella che le si perdonava tutto... Una volta al lavoro parlando al telefono con un cliente in merito ad un ordine che andava corretto, soavemente disse : scorregge lei o scorreggo io... Per fortuna che qualcun altro tempo dopo disse: mi corrigerete... Pensa se l'avessimo scorrigerato...
La Ellen piace a tutti, ai miei amici, agli amici dei nipoti... Lei ha quella straordinaria capacità di divertire, quando non si fa sovrastare da qualche attacco di caratteraccio...e chi non l'ha...
Ora son qua che l'aspetto... Lei che quando deve andare in ospedale è tutta coordinata perché in certe occasioni bisogna aver stile...ti voglio bene Mamma

martedì 12 aprile 2016

La fata smemorina

La fata smemorina
Ho sempre pensato di avere una memoria incredibile...sbagliandomi... Cioè non proprio sbagliandomi...ce l'ho per le sensazioni, gli odori... Per nomi, cose, città...un disastro...Ho dei veri e propri black-out. Un giorno, mentre stavo sgridando mio figlio, mi sono bloccata, l'ho guardato e detto: come ti chiami? Lui tra lo stupito e l'impaurito ( ero proprio incazzata) mi dice: mamma mi chiamo Lorenzo! ... Ecco- dico io- Lorenzo...e via di filippica...Un'altra volta sono a prendere l'altro figlio a scuola e mentre chiacchiero amabilmente con un'amica vedo uscire i bambini e cerco il mio, allungo il braccio per farmi notare perché non mi veniva il nome, non mi guarda...Cacchio guardami! che non mi viene il nome...così è uscito:Cosooooo!! Lui si è girato ( l'unico che sapeva che quella scriteriata poteva essere solo la sua mamma) ed è arrivato ... La mia amica con gli occhi fuori dalle orbite ha balbettato: hai chiamato Filippo coso...Ehhh non mi veniva il nome, ho risposto... Quando vado a vedere un film non è che posso ricordarmi titolo, cast, regia...trama...così una sera tra amici abbiamo lungamente parlato del film di David Linch, poi uno se ne viene fuori con un titolo ( non me lo ricordo) e io dico: non l'ho visto! Risposta: si Nathalie che l'hai visto...io scocciata: ti dico di no...Lui: ti assicuro di si...io: ma porca miseria saprò bene che film ho visto...lui: Cretina è il film di David Linch...io: Ah....
Per anni ho avuto il privilegio di lavorare come assistente di un grande regista, quando non eravamo in qualche sala prove o teatro a lavorare, curavo il suo archivio a casa sua, ci vedevamo per il pranzo ed era sempre un bellissimo momento di scambio. Un giorno gli parlo di un film bellissimo: Lamberto ho visto un film straordinario...sai quello tratto dal libro....con quel attore...buio buio totale...mi fosse venuto un nome...lui mi ha suggerito che per capire e avere uno scambio di opinioni fosse indispensabile almeno un nome...mi voleva bene...quindi se mi volete un pochino di bene abbiate pietà di me per nomi, cose, città... No, non è alzheimer..

lunedì 11 aprile 2016

Quella volta a Rodi
La mia amica del cuore, Rachele, ha una bella casa a Rodi e un paio di anni fa mi ha invitata ( per la verità mi invita sempre...), diciamo che finalmente i pianeti erano ben allineati per favorire questo evento! Saremmo stati Rachele, suo marito, Francesco, che e' un uomo straordinario,la loro figlia, Sofia poi Maria Paola, figlia di Francesco, Maria Luisa e Franco, una coppia che avevo visto una volta anni addietro, e io. Stabiliamo la data di partenza, sabato...no domenica, aspetta noi saremo a Salisburgo ( Rachele e family) dunque torniamo venerdì, dice Rachele, se riesci prendi un aereo che arrivi nel tardo pomeriggio, noi ( Rachele e family) arriveremo per pranzo cosi apriamo la casa e ti mando i boys ( Francesco e Franco) all'aereoporto per prenderti... Ah non stare a portare shampoo, saponi o altro che qui c'e' tutto...Ottimo... Pure i boys, mi sentivo tanto la Wanda Osiris... Prenoto... Comunico data e ora di partenza, il tutto con notevole anticipo, poi, visto che ormai era già tutto organizzato non ne abbiamo più parlato...Finalmente giunge la data fatidica...si parte... Ossignur che gioia!...il mio volo ha un ritardo lo comunico a Rachele, non volevo che i boys partissero con troppo anticipo... Poi tutto tranquillo... Arrivo... Gia' mi sentivo con le piume in testa, un boa di piume che mi avvolgeva il collo e leggero fluttuava nell'aria, immaginavo il mio ingresso agli arrivals con i boys in ginocchio pronti a prendermi e farmi fare un meraviglioso volo d'angelo...puf! Non li vedo... Forse non dovevo avvisare del ritardo, se la son presa comoda... Vabbe' aspetto... Bello non e' far aspettare la Wanda pero'... Sto li... Quanto ci vorrà da casa loro a Rodi città, bho, manco so come si chiama il posto dove stanno... Vabbe' arriveranno...dopo due ore mi decido a chiamare: Pronto? Nanni ( così mi chiamano in famiglia e Rachele) dove sei? A Rodi? ...io: Rachi, ahahahah tutto bene, e i boys? Voi dove siete....ahaha a Milano?ahahah...Poi e' calato il silenzio...Nanni ma sei davvero a Rodi?... Si Rachi.. e voi?....Noi stiamo rientrando da Salisburgo, arriviamo domani...Altro silenzio...Da quel momento e' partita tutta una serie di telefonate tra me e Rachele, Rachele e Luisa ( per fortuna erano a Rodi da qualche giorno) , io su un taxi verso... Boh?...è scritto tutto in greco...non capisco...insomma arrivo all'albergo dei miei salvatori, che mi portano alla villa Pernacchia ( si chiama davvero così)... Frastornata, ma felice vado a letto, c'erano le lenzuola, ma nient'altro... Per fortuna avevo una saponetta..'n si sa mai...Insomma il giorno dopo sono arrivati... E' stata una delle vacanze più divertenti, ho una coppia di amici strepitosi, ho trovato un fratello, il brother, e una nuova amica preziosissima, una saggia Marie Pole, una Tatona che e' una Tatona... Quest'anno ritorno... Cosa accadrà? Mi lascio sorprendere... Comunque se avete una casa da aprire sono a disposizione....

domenica 10 aprile 2016

Il ciliegio

Il ciliegio
Amo Milano, nonostante l'intruglio da cui provengo, io mi sento milanese e mi piace. Sin da piccola ho pensato che avrei sempre abitato a Milano. Dicevo: io vivro' sempre in citta', se proprio proprio devo scegliere o montagna o mare ( che era come dire o bianco o nero), in campagna mai ( che era come dire il grigio mai), sai la noia...
Da 23 anni vivo in campagna, quando si dice che uno e' fermo nelle sue decisioni...appunto...
Inizialmente e' stato uno shock... i suoni delle campane, gli uccellini, i cani che abbaiano, le voci... Oh mio dio! Io volevo il rumore delle macchine, lo stridio dei freni della 60 che fermava sotto casa mia, le autoambulanze...insomma tutta quella roba li della citta'...poi mi sono abituata alla tranquillita' della campagna sempre, pero', con quella spocchiosita' di chi arriva dalla citta' e va in provincia... Insomma avevo quell'atteggiamento da queen Elizabeth...Quando vai a vivere in campagna lo fai anche perche' vuoi il giardino...io ho un bellissimo giardino, grande, di cui si prendeva cura un omino gentile di nome : Signor Paolo. Il Signor Paolo parlava solo in stretto dialetto cremasco, che io non capivo. Lui mi parlava e io sorridevo annuendo ( avra' pensato che queen Elizabeth era una cretina!)... Il Signor Paolo ci procurava gli alberi da frutto ( mica vuoi farteli mancare gli alberi da frutto, sai la goia di mangiare la tua frutta?...tutta assieme?...), cosi ci pianto' anche un ciliegio... Bello... Quanti fiori...quante ciliegie ci avrebbe dato...e' che quando i fiori diventavano frutti le belle ciliegie bianche non riuscivano mai a diventare rosse perche' i corvi se le mangiavano... Due anni abbiamo aspettato che maturassero quelle benedette ciliegie... Poi un giorno sono venuti amici a trovarci, Franco, uno degli amici va verso il ciliegio... Era pieno di ciliegie bianche non ancora mature...torna e dice: che buone le vostre ciliegie! Noi abbiamo pensato che ' sti cittadini proprio non capiscono niente della natura ( nel frattempo eravamo diventati degli esperti in "vita da campagnolo")e gli abbiamo urlato contro: sei matto, non sono ancora mature!!
Lui: ma sono dolci...
Le abbiamo assaggiate ed erano dolci... Cosi abbiamo scoperto che esistevano le ciliegie bianche... Due anni abbiamo aspettato che maturassero... Signor Paolo quanto avrai riso alla faccia di queen Elizabeth??? Perche' tu lo sapevi vero??

mercoledì 6 aprile 2016

La tedesca e l'alpino

Da piccola mi sentivo un apolide, si perchè mia mamma è tedesca, mio papà italiano ( emiliano, agli emiliani piace sentirsi emiliani) e sono nata a Parigi...il fatto di sentire che appartenevo a tre stati, ma anche a nessuno mi faceva sentire speciale (nella visione di una bambina tre stati era come dire tutto il mondo)..per un pò.. poi arrivò il periodo delle elementari e mi vergognavo quando mia mamma parlava a me e mia sorella in tedesco...poi c'è stata la fase del nome..quel nome così strano che nessuno aveva a Milano ... che pochi sanno scrivere...uffa!...allora il nostro mitico dottor Evangelista (un uomo che a me sembrava uno sciamano capace di fare miracoli) mi chiamava Stefania, non so perché, però mi piaceva, mi faceva sentire uguale alle mie amiche...naturalmente crescendo ho invece apprezzato tutte quelle diversità...Le tradizioni tedesche fuse con quelle italiane che bello, mi pareva di avere una comprensione più grande della vita...la parte francese, che poi è solo legata al luogo di nascita e al nome, rimaneva relegata all'ascolto della canzone di Gilbert Becaud... fin qui tutto bene... ma essere figlia di una tedesca e di un italiano emiliano e alpino, bhè, mica facile...Quando c'erano le partite di calcio Italia- Germania si scatenava il dramma, intanto io e mia sorella non potevamo dire a chi tenevamo e speravamo nel pareggio, inoltre sapevamo quello che avremmo passato...giorni di prese per i fondelli verso il perdente che puntualmente non rispondeva se non per interposta persona, cioè io e mia sorella... Altra cosa strana era come veniva considerata la malattia in casa mia..il più delle volte come una cosa da nulla, per i miei dovevi avere almeno 38/39 di febbre per dire che non stavi bene (ma questo credo che facesse parte dell'educazione ricevuta più o meno da tutti quelli della mia generazione), oppure come una "scusa" per non fare geografia, io non ho mai amato la geografia...sarà per il mio deficit in orientamento...Comunque sia, ammalarsi era un pò quella cosa che non doveva accadere...Ricordo una sera quando, tornata da una gita con amici, non mi sentivo bene, ero fiacca e probabilmente febbricitante, si avevo la febbre, mesta mesta sono andata da mia mamma e le ho detto: Mami non mi sento bene, forse ho la febbre...Mia mamma: La figlia di una tedesca è forte e non si ammala...Ah, ho capito...proviamo col papà, lui è emiliano, forse posso ammalarmi: "Papi non mi sento bene, forse ho la febbre...Mio papà: La figlia di un alpino è una roccia!...ma porca miseria l'alpino l'avevo dimenticato...E' finita che mi sono  impasticcata da sola e mi sono messa a letto per poi scivolare in un sonno sicuramente ristoratore, se non che due ore dopo venivo sbatacchiata dai miei in preda a preoccupazioni per il mio stato di salute...Valli a capire 'sti tedeschi e alpini... Comunque da allora quando mi ammalo mi capita sempre che si palesino la Tedesca e l'Alpino per ricordarmi di che pasta son fatta....ecco io vorrei invece sentirmi un pò fragilina e di tanto in tanto svenire...è che non ci credo neanche io...uffa!

sabato 2 aprile 2016

Maria Antonietta

Maria Antonietta


L'ora legale è per me motivo di felicità, amo la luce, le giornate che si allungano..cioè loro non è che si allungano...c'è luce fino a tardi... nutro quella felicità interiore per cui ti si stampa il sorriso in faccia senza un apparente motivo, in fondo basta poco per essere felici...E' che improvvisamente ti bei di tutto quello che c'è intorno, ti senti partecipe del risveglio di mamma natura...è una rinascita cosmica...da metà giugno a fine agosto c'è un'ora che prediligo sopra tutte, quella che va dalle sette alle otto di sera (più o meno)...la amo follemente perché mi dà un senso di calma, è come se la terra, dopo una giornata piena di attività, schiamazzi, movimento e altro improvvisamente si calmasse...E' un'ora ferma...le ombre si allungano...il sole lo puoi guardare...i colori prendono una nitidezza "morbida"...e ti bevi un bel bicchiere di vino...Mi ricordo un giorno quando, tornando da una tournée, ed era appunto quell'ora ferma, osservavo la campagna che costeggiava l'autostrada, mi riempivo gli occhi di quella calma.. ecco un contadino sul suo trattore in mezzo ai campi...che bello...e poi mi è uscita così: Ecco anch'io vorrei fare il contadino a quest'ora!...Ricordo la faccia del mio collega...poi la frase: Snob da far paura!.. Non avevo realizzato cosa avevo comunicato...un nano secondo dopo mi sono sentita come Maria Antonietta:Se non hanno pane che mangino brioches!"...chiedo umilmente scusa...